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Piscine naturali, tra tecnologia ed eco-sostenibilità

Le piscine naturali o biopiscine incarnano il perfetto connubio tra il desiderio di refrigerio e quello di eco-sostenibilità.

Costruite a somiglianza di laghi, mantengono tutte le potenzialità ludiche di una piscina tradizionale, ma le combinano con un attenzione all’ambiente ed alla modalità di purificazione delle acque. Nel dettaglio, le piscine naturali sono dei veri e propri ecosistemi acquatici che vengono supportati da alcuni accorgimenti tecnici.

Piscine naturali

Piscine naturali: dalla nascita ad oggi

Il primo esemplare risale al 1953, quando il vivaista specializzato in piante acquatiche Gottfried Kern costruì a Graz, in Austria, un laghetto dotato di una zona balneabile accuratamente separata dal vero e proprio giardino acquatico attraverso elementi in legno, e dotata di trampolino, zona dedicata ai bambini e persino una spiaggia in sabbia.

Il principio delle piscine naturali è rimasto praticamente immutato da allora: lo specchio d’acqua destinato ad accogliere i bagnanti è un sistema vivo e naturale che convive con una zona riservata alla vegetazione, selezionata per le sue qualità depurative.

Piscine naturali

In pratica si cerca un equilibro tra natura e tecnologia: la struttura delle piscine naturali è realizzata con materiali artificiali come plastica e polietilene, che servono a creare la “vasca” e la isolano dal terreno. Sono anche presenti una o più pompe che mantengono l’acqua in movimento, la ossigenano e ne garantiscono il ricircolo. La differenza principale con una piscina tradizionale è nell’azione di depurazione dell’acqua, svolta in maniera naturale da batteri e piante acquatiche, che viene definita fitodepurazione.

Piscine naturali

Quindi non è necessario igienizzare le acqua con cloro od altri prodotti chimici, perché essa sarà mantenuta pura dagli stessi processi che avvengono nei fiumi e nei laghi.
La presenza delle piscine naturali ha quindi il pregio di non alterare l’equilibrio della flora e della fauna presenti in giardino. Inoltre il loro aspetto muta al cambiare insieme alle stagioni, in base alla fioritura delle piante che vi vengono immesse.

Piscine naturali: come si progettano

È necessario prevedere una separazione tra l’area in cui si nuota (che occupa approssimativamente 2/3 della superficie totale) e quella in cui si trovano le piante acquatiche depuratrici (che occupa il restante terzo).

Per avere acque limpide e balneabili, occorre garantirne il movimento, quindi la piscina sarà strutturata da laghetto di sorgente, dove l’acqua  passa attraverso ghiaia grossa e fine e subisce una prima grossolana filtrazione ed un ruscello, che – attraverso una cascata – la porterà alla zona balneabile.
Quest’ultima sarà circondata da un’area di rigenerazione, ossia una zona con acqua poco profonda in cui saranno sistemate le piante per la depurazione. Ovviamene non può mancare il sistema di pompaggio per riportare l’acqua della zona balneabile al laghetto di sorgente.

Piscine naturali

Nella zona destinata alle piante, si utilizzerà della ghiaia di grandezze e spessori differenti, che farà da supporto alle radici delle piante. In tutta la vasca sarà possibile prevedere pareti che degradano dolcemente e nella zona di balneazione sarà possibile installare una spiaggia con bagnasciuga.

Piscine naturali: il ruolo delle piante

Le piante deputate alla depurazione delle acque possono essere  sommerse, da galleggiamento oppure emerse. Le prime, ovviamente poste sul fondo della piscina, producono ossigeno e sottraggono all’acqua i nutrienti necessari alle alghe, impedendone la proliferazione.

Piscine naturali

Le piante da galleggiamento, dette anche ombreggianti, oltre ad ossigenare l’acqua fanno ombra, riducono quindi il riscaldamento dell’acqua e lo sviluppo di alghe. La più celebre delle piante ombreggianti è sena dubbio la ninfea, che svolge anche un ruolo decorativo con splendidi fiori profumati.

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Le piante emerse, infine, depurano l’acqua assorbendo metalli pesanti, residui organici e tossici e la rendono trasparente. La loro azione favorisce anche il nutrimento del resto della flora. Se si sceglie la canna comune, che è simile al bambù e cresce rapidamente fino a 6 metri di altezza, si può beneficiare anche della sua ombra.

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